martedì 20 maggio 2008

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La legge 194 per il governo Berlusconi potrebbe essere come l'indulto per il governo Prodi.

Nel luglio del 2006 il governo Prodi aveva il gradimento del 68% dei cittadini. Le liberalizzazioni del ministro Bersani avevano galvanizzato l'opinione pubblica; molti pensavano, anche a destra, che finalmente si cominciava a fare le cose seriamente. Poi vennero le sirene ecclesiastiche. Un giorno sì e l'altro pure cominciarono a lamentarsi della situazione carceraria; carceri sovraffollati e situazioni di grave disagio non erano degne di un paese civile. Tali preoccupazione fu fatta propria specialmente dal ministro Mastella che si adoperò moltissimo per l'approvazione dell'indulto. Fortemente voluto dal Vaticano, che fu votato trasversalmente in Parlamento, solo l'IdV la Lega e An si opposero, ma che l'opinione pubblica addebitò al governo Prodi. Era chiaramente un provvedimento fortemente impopolare ed il gradimento del governo andò a picco. Da allora non si riprese. Adesso Famigli Cristiana ha dato il via ad un'altra campagna: quella per l'abolizione della 194, la legge che consente l'aborto nei primi mesi di gravidanza.

"La sua principale colpa è quella di «aver sicuramente contribuito, lo dicono i numeri, all'inverno demografico». Per questo, è arrivata l'ora «di sgretolare il mito della legge 194». Lo chiede senza mezzi termini "Famiglia Cristiana" nell'editoriale di questa settimana. «Non si riesce a trovare una strada per rivedere questa legge: un tabù intoccabile, in un Paese dove si cambia perfino la Costituzione» sostiene il settimanale cattolico . «La legge che intendeva far 'emergere' l'aborto, in pratica l'ha legalizzato - aggiunge "Famiglia Cristiana".«Oggi non è più sufficiente proporre una migliore applicazione senza toccare nulla dal punto di vista legislativo - si legge ancora -. Tutti ormai, se si escludono frange femministe fuori dalla storia, Pannella e la solita rumorosa pattuglia radicale (sempre più esigua), hanno abbandonato la vecchia formula che l'aborto è 'questione di coscienza', affare privato che non attiene alla sfera del bene comune», prosegue il settimanale, «L'aborto è un fatto di rilevanza pubblica e politica. Oggi in Parlamento ci sono i numeri per sgretolare il 'mito della 194'. Si tratta di una maggioranza trasversale che, in primo luogo, fa appello ai politici cattolici».
Più chiari di così non si può essere. Se come credo queste pressioni avranno successo e si dovesse rivedere quella legge, si assisterebbe ad un dejà-vu. L'opinione pubblica lo percepirebbe come una cosa altamente impopolare. Come con tutte le emergenze che ci sono andate a toccare la 194 che bene o male ha comunque ridotto moltissimo il numero degli aborti? Questo potrebbe essere l'inizio della fine della luna di miele tra italiani e governo. C'è solo un problema: Berlusconi è decisamente più furbo di Prodi e non è detto che abbocchi all'amo. Staremo a vedere.

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