domenica 4 maggio 2008

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In USA torna il boia! Previste 14 esecuzioni in 6 mesi dopo la decisione della Corte Suprema che ha messo fine ad una moratoria di 7 mesi


Meno di tre settimane dopo che una decisione della Corte Suprema ha messo fine ad una moratoria di sette mesi sulla pena di morte negli Stati Uniti, le esecuzioni capitali stanno per riprendere a pieno ritmo.
Tra il prossimo 6 maggio e ottobre, scrive il New York Times, ne sono state fissate almeno 14 in sei stati. Lo scorso 16 aprile, la Corte Suprema degli Stati Uniti ha confermato per lo stato del Kentucky il diritto di eseguire le condanne a morte secondo la procedura attuale, di fatto riaprendo la strada alle esecuzioni capitali nel paese, sospese per quasi otto mesi.
La prima esecuzione, che interrompe il periodo di sospensione provvisorio deciso nell'autunno scorso, in attesa del pronunciamento dell'Alta Corte, dovrebbe avvenire in Georgia. William E. Lynd, 53 anni, accusato di aver ucciso la fidanzata durante una lite nel 1988, sarà giustiziato martedì. Poi, il 27 maggio, sarà il turno di Kevin Green, 30 anni, responsabile dell'uccisione di Patricia e Lawrence Vaughn in un negozio di Dolphin, Virginia. Nello stesso Stato sono previste altre tre esecuzioni nei due mesi successivi. Il 15 luglio dovrebbero essere giustiziati due detenuti del braccio della morte della Louisiana, poi seguirà un'altra esecuzione in South Dakota (Stato in cui si sono registrate solo 15 esecuzioni dal 1889). La prima esecuzione di un detenuto texano dovrebbe avvenire il 3 giugno e sarà seguita da altre cinque.
Gli esperti temono che, oltre a queste 13 esecuzioni, presto ne saranno fissate di nuove. Rischia molto Jack Harry Smith, 70 anni, il più anziano detenuto nel braccio della morte. Smith è nel braccio della morte da trent'anni per un omicidio commesso durante una rapina alla periferia di Houston e a febbraio ha perso l'ultimo appello alla Corte suprema.
Il Texas è quindi in cima alla lista degli stati che eseguiranno le prossime condanne, con cinque persone in attesa di essere giustiziate tra il 3 giugno e il 20 agosto. Seguono Virginia, con quattro, poi Louisiana, Oklahoma e South Dakota. Lo scorso anno in Texas sono state eseguite 26 su 42 sentenze di morte degli Stati Uniti.
Secondo i dati diffusi dall'associazione indipendente Death Penalty Information Center, le esecuzioni a livello nazionale sono cresciute dalle 137 del 1977 fino al record di 326 nel 1995, e sono poi scese fino alle 110 dello scorso anno.
«La Corte Suprema sostanzialmente ha dato la sua benedizione al loro modo di operare», dice Douglas A.Berman, professore di legge ed esperto di pena capitale alla Ohio State University, «È come se fossero tornati dalle vacanze e si fossero rimessi al lavoro».
Per gli esperti la ripresa delle esecuzioni riporterà l'attenzione sulla lunga diatriba tra i sostenitori e gli oppositori della pena di morte. «Quando si verifica una nuova ondata di esecuzioni, la gente mette in dubbio non solo il modo in cui i condannati vengono giustiziati ma anche se sia lecito farlo», dice James Acker, uno storico della pena di morte e professore all'Università di Albany.
Le esecuzioni capitali negli Stati Uniti erano state temporaneamente sospese lo scorso settembre, in attesa di un verdetto riguardante il Kentucky, dove due condannati a morte avevano chiesto che, per la loro esecuzione mediante iniezione letale, fosse utilizzato un solo farmaco, anziché i tre previsti poiché lo stesso protocollo ammette che se l'analgesico iniziale non fa effetto il dolore provocato dai due farmaci successivi è considerevole. Inoltre, poiché il secondo farmaco provoca la paralisi, il condannato non è in grado di esprimere il dolore che sta provando.

Fonte - Unità

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