8 maggio tra ideali e tragedie. Gandhi e Mussolini.

Il giorno 8 maggio del 1933 rimarrà nella storia perché Gandhi iniziò il suo sciopero della fame a oltranza che durò 21 giorni, fino a quando le autorità britanniche non accettarono di fare delle riforme elettorali a favore degli intoccabili. Casta senza nessun diritto fino a quel momento. Non è che le cose finirono lì e ci vollero ancora molto tempo e molte battaglie non violente perché l'India diventasse una nazione indipendente. A chi interessasse qui trova la biografia di un grandissimo dell'altro secolo.
Lo stesso giorno ma del 1936 Mussolini proclamò la nascita dell'Impero(Wikipedia). Anche se la pubblicazione degli atti ufficiali datano 9 maggio. In un linguaggio tronfio e vuoto, in cui la logica e la realtà escono massacrate dalla politica, Mussolini proclama la costituzione dell'impero di Etiopia. Un impero di cartapesta, costruito sull'impiego criminale dei gas che hanno decimato l'esercito etiope. L'impero crollerà nello spazio di alcuni anni e assieme ad esso i nefasti sogni di gloria del popolo italiano.
L'8 maggio del 2008 nascerà il quarto governo Berlusconi. Mi chiedo se ci siano similitudini tra questi fatti così diversi ma accaduti nello stesso giorno. Da una parte c'è una battaglia di giustizia combattuta con la non violenza; dall'altra una guerra vergognosa combattuta in spregio delle leggi internazionali e come unico fine quello della vanità. Ecco quello che accomuna Berlusconi a Mussolini: la vanità. Certamente per soddisfarla non invaderà nuovamente il Corno d'Africa ma c'è da aspettarsi certamente delle azioni in tal senso. Si contenterà di far visitare le sue ville ai potenti di turno? Oppure pur di comparire in una photo opportunity seguirà le mattane del Bush di turno? Credo che l'Iraq sia servito di lezione anche per lui. Però non è cambiato, lo abbiamo visto quando, nella conferenza stampa con Putin, ha mimato una mitragliata nei confronti di una giornalista russa. Credo che qualche corna a qualche ministro ci scapperà, speriamo siano le sole cose di cui ci farà vergognare.