giovedì 13 marzo 2008

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Berlusconi candida un personaggio colluso con la dittatura e con la mafia

«Il Popolo della libertà ha riservato agli elettori del Sudamerica una incredibile sorpresa: la lista per il Senato è guidata da Esteban Juan Caselli, detto Cacho, un personaggio perfettamente sconosciuto negli ambienti della comunità italiana, anche d'Argentina, ma legato all’ex dittatura militare e accusato di legami con gruppi mafiosi e trafficanti di armi dall'ex ministro dell'economia Domingo Cavallo».

A denunciarlo è Luciano Neri, del Coordinamento Nazionale del PD per gli italiani nel mondo. «Caselli - osserva Neri - che con la contrarietà della Chiesa cattolica Argentina fu nominato ambasciatore in Vaticano durante il governo di Carlos Menem, è stato protagonista di una impressionante carriera finanziaria che lo ha portato in poco tempo dal niente a controllare un ingente patrimonio finanziario e a condizionare la politica del governo argentino.

Intervistato dal quotidiano argentino Critica, Cacho Caselli ha sostenuto di aver ricevuto l'offerta della candidatura al Senato «da Silvio Berlusconi in persona».

Rivelazione quanto meno inquietante da parte di un personaggio così scomodo e influente. Funzionario vicino ai generali Viola e Bignone durante la dittatura militare, il capolista del Pdl avrebbe ricevuto una cospicua eredità che gli avrebbe lasciato un ufficiale dell'aviazione militare, Miguel Cardalda, di cui era autista.

Ma «il più implacabile fustigatore di Caselli - sostiene Neri - è l'ex ministro dell'economia argentino Domingo Cavallo, il quale ha esplicitamente incluso l'aspirante senatore italiano in una “mafia” legata ad Alfredo Yabran, personaggio collegato tra l'altro all'uccisione di Josè Luis Cabezas, fotografo del settimanale politico argentino Noticias. Il ministro Cavallo ha ripetutamente e pubblicamente accusato Caselli di essere coinvolto anche nel traffico illegale di armi tra Argentina, Croazia ed Ecuador, in un traffico d'oro e di essere coinvolto nella rete di protezione dei colpevoli dell'attentato antiebraico alla Amia (Associazione di mutua assistenza Israelo argentina ) che causò a Buenos Aires una ottantina di morti e centinaia di feriti il 18 luglio 1994».
L'articolo è tratto dall'edizione online dell'Unità

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