Un applauso bipartisan di tutta l'aula della Camera in segno di solidarietà a Piero Fassino, dopo le affermazioni di Giuliano Tavaroli circa un presunto conto estero a Londra, è stato espresso dall'aula di Montecitorio in coda alla discussione sulla manovra. "Ringrazio i colleghi che mi hanno manifestato la loro solidarietà, cosi' come ringrazio il Presidente Napolitano e i presidenti Schifani e Fini", ha detto l'ex segretario dei Ds.
Piero Fassino prende brevemente la parola, a Montecitorio, proprio dopo l'omaggio che l'Aula gli ha tributato e che lo stesso presidente della Camera sottolinea. La voce dell'ex segretario Ds tradisce ancora per qualche istante l'emozione di quell'eloquente salva di applausi seguita alle parole di solidarieta' giunte da Antonello Soro.
Questa la cronaca di ieri ma quale fu la crinaca di qualche anno fa?
Se vi ricordate nel febbraio 2001 scoppiò il cosiddetto "scandalo Telecom Serbia"; eravamo vicini alle elezioni politiche e i media berlusconiani si misero tutti all'opera per mettere in croce il segretario DS. Anzi appena insediato al governo Berlusconi promosse addirittura una commissione di inchiesta sul caso Telecom Serbia. Vi ricorderete pure chi fu il principale teste di accusa in quella ridicola ed istruttiva vicenda, un certo Igor Marini. Vi riporto alcuni stralci della vicenda tratti da Wikipedia:
Dalle dichiarazioni del faccendiere svizzero Igor Marini (ex attore e stuntman, sedicente conte, noto precedentemente nella cronaca rosa per essere stato per alcuni anni il marito dell'attrice Isabel Russinova) la commissione parlamentare incaricata ricostruì una vicenda di tangenti pagate ad esponenti del centrosinistra: In primo tempo Igor Marini fece i nomi di Romano Prodi, Piero Fassino, Lamberto Dini, che si sarebbero nascosti dietro gli pseudonimi di "Mortadella", "Cicogna" e "Ranocchio", e li accusò anche di essere i mandanti di un tentato omicidio a suo danno. Successivamente il faccendiere coinvolse anche Walter Veltroni, Francesco Rutelli e Clemente Mastella, quest ultimo, all'epoca dei fatti, non era membro del governo Prodi I, ma ne era all'opposizione. Tra gli altri Marini chiamò in causa anche la moglie di Dini, Donatella Dini, e i Cardinali Camillo Ruini e Carlo Maria Martini . Le notizie vennero fortemente rilanciate da una parte dei media e dallo stesso Berlusconi, che affermò: «La vicenda Telekom Serbia è tutta una tangente».Sembra che sia passato un secolo! Perché adesso la destra berlusconiana applaude Fassino mentre per le stesse vicende anni fa fece di tutto per attaccarlo anche in modo truffaldino come abbiamo visto?
Il punto di svolta nell'inchiesta avvenne con il viaggio a Lugano di una delegazione incaricata dalla commissione parlamentare d'inchiesta composta da due deputati, due funzionari di polizia, un magistrato-consulente e lo stesso Igor Marini. La delegazione doveva verificare l'esistenza dei documenti di cui aveva parlato il teste, che non furono trovati. Inoltre le autorità elvetiche non erano state oppurtunamente informate di quel viaggio, tanto che la delegazione fu fermata dalla polizia e trattenuta con l'accusa di «atti compiuti senza autorizzazione per conto di uno Stato estero» e per «spionaggio economico» secondo gli articoli 271 e 273 del codice penale elvetico. Dopo cinque ore di interrogatorio furono tutti rilasciati ad eccezione del solo Marini.
In seguito a questo evento il teste venne dimostrato essere non credibile, le sue dichiarazioni si rivelarono delle calunnie e vennero completamente smentite dalla magistratura. La prove chiave delle sue accuse, due ordini di versamento, si rivelano dei falsi, come mostrato anche dall'inchiesta del settimanale L'Espresso] e del quotidiano La Repubblica. La commissione parlamentare non formulò alcuna accusa diretta. La commissione parlamentare non presentò al Parlamento la relazione finale, come gli imponeva la legge istitutiva (L. 99/2002).Il 21 aprile 2006, Maurizio De Simone, Giovanni Romanazzi e Antonio Volpe, tre dei testimoni chiave che avevano procurato alla commisione di inchiesta alcuni documenti relativi, tra le altre cose, ad una supposta tangente di 125 mila dollari versata a Prodi e Dini, vengono rinviati a giudizio per calunnia aggravata con l'accusa di aver fabbricato delle prove false.
Cercano con questo comportamento di
- staccare il centrosinistra da quelle che loro considerano procure politicizzate, cioè tutte quelle che hanno usato mettere sotto accusa Berlusconi
- avere dalla loro parte una fetta della minoranza nel momento in cui cecheranno di fare una riforma della giustizia che chiaramente penalizzerà i magistrati e favorirà i criminali soprattutto se appartenenti alla Casta
- mostrare all'opinione pubblica che sono garantisti non solo con Berlusconi
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