Dopo tre mesi di governo Berlusconi si ripropongono gli stessi problemi che ingessarono l'azione del governo Prodi nella scorsa legislatura. Ricordate che per qualsiasi provvedimento teso a riformare e rendere più competitivo il Paese c'era sempre qualcuno che faceva il bastian contrario. Mastella non voleva la liberalizzazione degli ordini professionali, Rifondazione non voleva quella delle municipalizzate, i Verdi si opponevano a qualsiasi opera pubblica in grado di migliorare la viabilità e si potrebbe continuare.
Adesso l'Italia ha ricevuto una specie di uno-due come l'ha definito Bersani: la crisi dei mutui subprime americani unita all'impetuoso aumento dei prezzi delle materie prime che può veramente mettere ulteriormente in ginocchio la nostra economia.
Per farla ripartire bisogna diminuire la spesa pubblica questo è chiaro a tutti. Qual'è il settore in cui la spesa pubblica è maggiormente improduttiva? Quello della spesa per la politica, anche questo è noto a tutti. In campagna elettorale l'attuale maggioranza aveva promesso l'abolizione delle province, una misura oggettivamente incisiva; adesso però ci si accorge che in molti consigli provinciali siedono e "mangiano" i propri uomini e allora si è ripiegato su una abolizione delle province solo per le aree metropolitane, ma anche qui ci sono resistenze.
Da notare che questo governo non riesce ad abolire neppure le comunità montane per i comuni che sono all'altezza del mare!
Vi ricordate dell'Alitalia? "Ghe pensi mi" diceva Berlusconi evocando una fantomatica cordata patriottica in alternativa alla vendita ad Air France che avrebbe portato a duemila esuberi.
Adesso gli esuberi sono già diventati seimila e l'unica corda in vista sembra essere quella del cappio che si stringe sempre più intorno al collo della nostra compagnia di bandiera.
Nel momento in cui scrivo la Camera dei Deputati sta votando la fiducia al governo sul decreto fiscale, decreto che secondo Tremonti contiene misure urgenti. Il provvedimento è formato da decine di capitoli ma manca l'unico che sarebbe veramente urgente cioè misure tese a rafforzare il potere di acquisto delle famiglie. Non c'è neppure quello che era il cavallo di battaglia della destra cioè la riduzione delle aliquote, in compenso ci sono una serie di misure tese a rendere più facile evadere il fisco. Come dire noi non possiamo ridurti le tasse ma veditela un po' tu con il tuo commercialista!
Questo governo, a parole così tanto filo-americano, non riesce ad importare dagli USA le due cose che veramente funzionano in quel Paese: la lotta all'evasione e agli evasori e le leggi sui conflitti di interesse.
Adesso bisognerà vedere la reazione della popolazione soprattutto nelle due areee chiave del Paese: il Nord ed il Sud. Roma è stata premiata con 500 milioni di euro in più in bilancio per aver votato Alemanno con buona pace dei discorsi su Roma ladrona dei leghisti.
Il Sud in questi tre mesi ha preso solo batoste, non ha ottenuto neppure un provvedimento a favore dei suoi interessi; l'introduzione della carta di povertà è un'umiliazione che non credo acconteterà nessuno, neppure gli indigenti del centro-nord.
Il Nord si acconteterà di un'offesa all'Inno Nazionale o pretenderà più soldi? Il federalismo fiscale è una legge costituzionale e se passa solo con i voti della maggioranza deve essere confermata dal referendum. Nel 2006 la riforma è già stata bocciata, quelli del nord stavolta si aspettano che passi ma se Berlusconi non cambia atteggiamento sulla giustizia si ripeterà lo stesso percorso e la stessa fine. Questo Bossi lo sa e cerca di tenere a freno un Berlusconi scatenato contro i magistrati, staremo a vedere il seguito.
Per il momento questo governo, con l'eccezione della giustizia, soffre di veti incrociati in modo ancora più patologico del governo Prodi.
lunedì 21 luglio 2008
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Il governo Berlusconi ingessato come quello dell'Unione, anzi pure peggio.
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