martedì 27 maggio 2008

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Quella gran voglia di mostrare i muscoli della destra.

"Cos'altro si può fare se non andare avanti sulla linea della fermezza. Se lo Stato si ritira da Napoli lasciando i rifiuti a terra, è una secessione di fatto". Così Rotondi sull'emergenza rifiuti in Campania. Berlusconi ha aggiunto "ascoltare quello che hanno da dire le comunità locali, cittadini e sindaci è bene accetto, ma nessun cedimento". Maroni aveva detto che è necessario l'uso della forza contro chi non capisce che quel linguaggio. Fin qui sulla situazione dell'immondizia in Campania.
Sul fronte clandestini i messaggi sono identici. Reato di immigrazione clandestina, campi rom setacciati dalla polizia, parole dure che sono state prese a pretesto da alcuni criminali per assalire commercianti di origine straniera. Adesso siamo arrivati alla quadratura del cerchio, l'Afganistan.
Il ministro degli esteri Frattini ha promesso un utilizzo più aggressivo dei 2.500 soldati italiani presenti in Afghanistan. Ogni giorno - o quasi – nel Sud dell’Afghanistan c’è un attentato contro soldati della Nato. A volte con morti, com’è successo domenica, o con feriti, come il giorno precedente vicino Kandahar. Raramente il comando dell’Alleanza atlantica fornisce alla stampa generalità e nazionalità dei militari rimasti coinvolti. Comunque è proprio nelle province meridionali dove infuriano combattimenti e dove la guerriglia talebana compie la maggior parte delle sue azioni che il governo italiano si dice pronto a trasferire in blocco il contingente militare tricolore.Per il titolare della Farnesina si tratta di «allineare l'Italia agli altri grandi partner della Nato». Il trasferimento dei militari italiani dalla zona della capitale Kabul alla provincia meridionale di Herat è già previsto per agosto. Ma a ciò ora si dovrebbe aggiungere anche una modifica delle “regole d’ingaggio”, i “caveat”a cui sono tenuti i militari.«Oggi il nostro caveat impone 36 ore per un impiego diverso, ma per i tempi di oggi e per le esigenze militari questo è un tempo che corrisponde a un secolo». Significa che oggi un comandante che volesse impiegare i suoi uomini per un’azione offensiva o fuori dal territorio assegnato al controllo delle truppe italiane, dovrebbe avere un assenso dall’autorità politica cioè dal ministero della Difesa.Dunque una forza ad azione rapida e con «impieghi diversi» da quelli attuali, cioè d’attacco. Esattamente il contrario di quanto intendeva fare la maggioranza precedente, con l’impegno a rivedere «la presenza italiana» in Afghanistan. Cioè a ridurre la consistenza del contingente italiano e a rivederne gli impieghi.È chiaro che spostare i soldati italiani nelle regioni meridionali dove si combatte e modificare in senso più flessibile e aggressivo il loro impiego significa aumentare i rischi della missione. Con la furberia che contraddistingue la destra di casa nostra però non sarà l'autorità politica a prendersi la responsabilità di queste missioni di attacco ma i comandanti militari sul campo. Così se qualcosa andrà male si potrà sempre silurare qualche alto ufficiale. Si assiste in questi primi atti del governo ad una gran voglia di mostrare i muscoli. Ma i muscoli degli altri.

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