E' nato non senza qualche problema il governo ombra del PD. Quei 21 nomi sembrano accontentare un po' tutte le anime correntizie del Pd che hanno alzato il capo all'indomani dell'uno-due elettorale. Soprattutto smonta, inglobandolo, un ticket pericoloso come quello Bersani-Letta. Massimo D'Alema resta fuori ma i "suoi" sono dentro: Minniti (Interno), Bersani (Economia), Ventura (Attuazione del programma). Accontentati gli ex-popolari con Maria Pia Garavaglia (Istruzione), Enrico Letta (Welfare); gli eco-dem con Ermete Realacci (Ambiente); i liberal con Linda Lanzillotta. "Un partito aperto alla società civile e alle nuove energie" è stato detto del Pd. E difatti nel governo-ombra c'è anche la società civile: Vincenzo Cerami ai Beni Cultrali se la dovrà vedere con Sandro Bondi; Matteo Colaninno allo Sviluppo economico avrà il faccia-a-faccia non semplice con Claudio Scajola; Pina Picierno alle Politiche giovanili sarà l'altra Giorgia Meloni; Maria Paola Merloni avrà le Politiche comunitarie. Così come Enrico Morando e Ricardo Levi (soddisfatta così anche la componente prodiana) saranno il Gianni Letta e il Paolo Bonaiuti di Veltroni.
D'Alema quindi non è entrato accontentandosi di vedere dentro alcuni suoi fidi. Questo non per questioni politiche ma stagionali.
Sta arrivando la bella stagione e "Baffino" preferisce la barca alla politica. Da "yes we can" a yes week-end".
sabato 10 maggio 2008
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D'alema da Yes we can a Yes week-end
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