sabato 24 maggio 2008

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Il 24 maggio del 1961 nacque Ilaria Alpi.


Un ricordo di questa giornalista e del suo collega Milan Hrovatin uccisi a Mogadiscio è doveroso. La vicenda giudiziaria che è scaturita dal loro assassinio è ancora tragicamente lontana dalla conclusione. Nell'osservatorio su Ilaria Alpi apprendo che solo pochi giorni fa il 15 maggio è stato disposto dal procuratore aggiunto di Roma Franco Ionta un esame delle tracce di sangue trovate sulla Toyota a bordo della quale erano Ilaria Alpi e Miran Horvatin, uccisi a Mogadiscio il 20 marzo del 1994. Il magistrato, dopo la riapertura dell'indagine, ha nominato due periti che dovranno ricavare dalle tracce di sangue il Dna per confrontarlo con quello ricavato da un campione di saliva dei genitori di Ilaria Alpi. L'esame è necessario per stabilire che sulla Toyota ci fossero effettivamente la giornalista del Tg3 e il suo operatore. Dalle analisi effettuate fino ad ora, dalla Commissione parlamentare di inchiesta presieduta da Carlo Taormina, ex legale della Franzoni attuale opinion-maker del Processo di Biscardi, che acquistò in Somalia l'auto, era emerso che nel fuoristrada c'erano un uomo e una donna.
Nel dicembre scorso il gip del Tribunale di Roma, Emanuele Cersosimo, aveva respinto la richiesta di archiviazione - così come chiesto dall'avvocato Domenico d'Amati, legale della famiglia Alpi - avanzata dalla procura di Roma. Secondo il gip, da un'analisi complessiva degli elementi indiziari fino ad oggi raccolti dagli inquirenti "la ricostruzione della vicenda più probabile e ragionevole appare essere quella dell'omicidio su commissione". La cronologia della vicenda giudiziaria ha dell'incredibile. Potete consultarla sul sito dei misteri d'Italia in formato PDF.
La perizia della polizia scientifica ricostruì la dinamica dell'azione criminale, stabilendo che i colpi sparati dai kalashnikov erano indirizzati alle vittime, poiché l'autista e la guardia del corpo rimasero indenni.
Secondo alcune interpretazioni, i due giornalisti avrebbero scoperto un traffico internazionale di veleni, rifiuti tossici e radioattivi prodotti nei Paesi industrializzati e stivati nei Paesi poveri dell'Africa, in cambio di tangenti e armi scambiate coi gruppi politici locali. La commissione non ha però approfondito la possibilità che l'omicidio possa essere stato commesso per le informazioni raccolte dalla Alpi sui traffici di armi e di rifiuti tossici, che avrebbero coinvolto anche personalità dell'economia italiana.
Sulla "scena del delitto" erano presenti due troupes televisive: quella della svizzera italiana (RTSI) ed una americana (ABC).
Le immagini che ci sono giunte, di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin colpiti ed accasciati nell'abitacolo del loro fuoristrada, sono state girate dall'operatore dell'Abc, di origine greca, trovato ucciso qualche mese dopo a Kabul in una stanza d'albergo. Vittorio Lenzi, operatore della troupe svizzera-italiana è rimasto vittima di un incidente stradale sul lungolago di Lugano (mai chiarito del tutto nella dinamica). Due ulteriori morti che definirle coincidenza è un insulto alla teoria delle probabilità.

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