giovedì 12 giugno 2008

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I tentativi di Berlusconi di affossare i suoi processi.

Vorrei tornare sul provvedimento annunciato dal governo per limitare le intercettazioni telefoniche. Intento fissiamo dei punti fermi:
1)Palazzo Chigi impiega due ore per sistemare un "mero errore materiale" che annuncia, per le intercettazioni, un decreto del governo e non un disegno di legge da discutere in Parlamento. Deve intervenire addirittura il Quirinale per ricordare che il capo dello Stato ha già fatto sapere che non intende riconoscere né l'urgenza né la necessità di un provvedimento provvisorio con immediata forza di legge. Due ore sono troppe per correggere "un refuso" banale. Dunque, non era banale e bisogna chiedersi: che cosa bolle in pentola? E chi è al lavoro in cucina?
2)Il Cavaliere vuole evitare che i processi di Milano arrivino a sentenza. È irritato per l'accelerazione imposta nel procedimento Mills in cui è imputato per corruzione giudiziaria per via della falsa testimonianza dell'avvocato londinese. Per fermare le toghe c'è una sola via: prima bloccare il processo poi ricorrere a un nuovo lodo Schifani.
3)Le intercettazioni potranno essere autorizzate soltanto per i reati "con pene che vadano dai 10 anni in su". Tutti i reati più pericolosi dunque, tranne uno: la corruzione che, anche nei casi più gravi (quella in atti giudiziari), arriva a otto anni e non supera i dieci nemmeno in caso sia contestata con la semplice associazione per delinquere (la corruzione è spesso "un giro" e non un rapporto a due).
4)Poiché i tribunali sono intasati e la polizia si lamenta che ladri e scippatori, una volta arrestati, ritornano liberi, l'unica via è anticipare quei processi. Per farlo bisogna bloccare, per un anno, tutti gli altri. Compresi quelli del Cavaliere.
5)L'alleato in difficoltà è la Lega, che non batte un colpo (riservandolo, forse, al Consiglio dei ministri di venerdì; forse all'incontro di oggi tra Bossi e il premier). Il Carroccio pensava di aver contenuto l'irruenza di Berlusconi in un recinto accettabile anche per i suoi elettori (barrage a otto anni, la corruzione "dentro"). E' stata ingannata. L'accordo stretto da Maroni e Alfano è stato stracciato a Palazzo Chigi. Maroni oggi dice, un po' sconsolato: "Non ho visto ancora il testo".
Per concludere non resta altro che ripetere quello che dicevano di Berlusconi i mafiosi

Iddu pensa sulu a iddu.

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